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Snami sollecita la pubblicazione del bando di concorso per il corso di Medicina Generale

Sindacato Redazione DottNet | 21/09/2022 17:47

"Il ritardo avorisce la perdita delle borse a causa del concorso delle specialità, complice il clima di disinteresse e disattenzione nei confronti della categoria dei medici di Medicina Generale”

Il sindacato autonomo commenta l’ennesimo ritardo del concorso per accedere al corso di Medicina Generale che formerà i futuri Medici di famiglia. “Ogni giorno leggiamo proclami sulla carenza di Medici, revisione del numero programmato, stop al numero chiuso e sanatorie - dice Angelo Testa, Presidente Nazionale Snami - Di fatto rimangono divulgazioni allarmistiche e strumentali che confermano l’inadeguatezza del procedere, bugie perché mancano poi gli atti concreti.”

“L’ennesimo esempio di questo modo di procedere - aggiunge Federico Di Renzo, Addetto alla Presidenza Nazionale Snami - lo vediamo per il concorso della scuola di formazione in Medicina Generale. La legislazione vigente impone al ministero la pubblicazione del bando affinché il corso inizi entro il 1 novembre, ma oramai dal 2018 il concorso non viene effettuato nei tempi stabiliti dalla legge stessa.”

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“Un banale ritardo? Tutt’altro - puntualizza Matteo Picerna, Vice Segretario Nazionale Snami - è un ritardo colpevole e sostanziale che favorisce la perdita delle borse a causa del concorso delle specialità, complice il clima di disinteresse e disattenzione nei confronti della categoria dei medici di Medicina Generale.” “Il procrastinare il corso 2022 al 2023 come è successo gli altri anni - conclude Angelo Testa (nella foto) - è l’ennesimo schiaffo alla categoria, un ulteriore disservizio ai cittadini e rende palese tutta la miopia organizzativa e strutturale della politica perché di fatto non mancano solo i medici ma i medici formati, soprattutto in Medicina Generale. Come Snami chiediamo l’immediata pubblicazione del bando di concorso in Medicina Generale per convenzionare il massimo numero di medici possibili, assicurare l’assistenza medica nelle aree a maggior carenza e per garantire il diritto alla formazione stabilito per legge.”

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